la rosa tatuata
la rosa tatuata

Bandiera GenoveseBandiera Genovese
(autoprodotto - 2001)


"In piedi sul banco chiamo / capitano mio capitano / scrivi tutto ciò che è dentro me / capitano mio capitano trasforma le mie parole in pane e i miei pensieri cattivi in conchiglie da ascoltare / in dolce eco d'altromare / in foglie secche da tenere / tra le pagine di me".

Potrebbero bastare queste righe Poesia al servizio di una musica dolcissima, la voce di Max Parodi, il dobro di Paolo Bonfanti e il test ispirato di Paolo Terzitta, ma c'è molo di più. 

C'è un disco intero da ascoltare: 42 minuti di ottima musica e una band destinata a  far parlare molto di sé.

La Rosa tatuata, con "Bandiera genovese" doppia la boa (difficile) del terzo disco (considerando il primo mini-CD).

Clandestina quanto basta, per attrarre l'attenzione dei curiosi, la band è un solido combo rock che si appoggia su ottimi testi e giuste frequentazioni musicali. 

Il disco prende il titolo da un verso di Ivano Fossati e lo stesso Ivano viene citato come "il nostro capitano" in calce a "Tra le pagine di me",mente la lista dei collaboratori propone i Gang ( i fratelli Severini ) in due gocce, Fabrizio De André (che fornisce Rimini), Filippo Gambetta ( il "basilico" del pesto degli ultimi grandi dischi made in Genova ), gli Yo Yo Mundi, i Buio Pesto e i Blindosbarra.

In "Al centro del temporale", il bel disco precedente aveva invece collaborato Massimo Bubola. 

Con appoggi ( e riferimenti ) culturali simili partiamo bene. 

La realtà ci dimostra che arriviamo ancora meglio. Undici pezzi più una ghost track, il tutto di assoluto valore.

Tra le pagine di me sono due minuti di pura ambrosia, Matto abbastanza, Le cose che cambiano e Nato negli anni '70 alzano il tiro rock, mentre Dulcinea e Niente di più di quello che ci capisci ritornano ad atmosfere acustiche e ritmiche rilassate. Insomma, il classico CD da inchiodare sul lettore, consumare e imparare a memoria: da non farsi sfuggire per nessun motivo.

Se "Danza" dei Sulutumana è stata la grande sorpresa di quest'anno, "Bandiera genovese è una magnifica conferma.

Giorgio Maimone
[da "L'isola che non c'era" n.23 ottobre 2001]


L'ultimo disco della rockband ligure non ha nulla di sotterraneo, se non il fatto che lo si trova difficilmente nel negozio sotto casa.

Bandiera genovese è un fiore raro, riconcilia l'animo con la nuova scena musicale, coniugando quel " poco di buono" del rock italiano con la canzone d'autore di scuola genovese. Un disco denso di suggestioni ritmiche e di narrazioni poetiche, curato nei particolari.

Il titolo dell'album è un omaggio "al nostro capitano" Ivano Fossati. 

A lui sono dedicate anche le parole di "Tra le pagine di me", da ascoltare fino in fondo, punteggiatura compresa. 

Grazie anche alle tante collaborazioni - coinvolti musicisti di Blindosbarra,Yo Yo Mundi, Gang e Buio Pesto, la produzione è di Paolo Bonfanti - si respira un insolito spirito di gruppo ed una consolante energia positiva.

Da ricordare la visionaria "Matto abbastanza", la ninna nanna rock "Quello che ci capisci", la fiabesca "Due Gocce" e "Rimini", tributo live a De Andrè.

Massimo Pasquini
[da "Musica di Repubblica" n.304 novembre 2001]


BANDIERA GENOVESE
Marino Severini

Che dire?
Che dire di 11 canzoni che alzano "Bandiera Genovese"?
di una band che ammiro da anni per come sa alzare le vele del mio cuore?
La "Rosa Tatuata": navigatori dell'anima, viaggiatori del ( e nel ) Sogno ai quali auguro sempre un buon viaggio e tanta tanta Buona Fortuna perché se la meritano, veramente.
Non sono un critico e secondo me le canzoni non dovrebbero mai essere trattate a parole. Posso soltanto darvi un consiglio: ascoltatelo questo disco, perché vi farà lievitare quel tanto che basta e che ci vuole, per un' ora ( forse meno ) di libertà. "Tra le pagine di me" dedicata a Fossati "Segreta n°34" e "Due gocce" ( dove ci siamo anche io e Sandro ) sono le mie preferite. E se siete "ribelli, fuggitivi e sognatori", ecco, avete trovato una bella colonna sonora per i vostri migliori momenti.
"Bandiera Genovese" è sabbia, fra terra e grano; è un cuore in cuore e una mano in mano; è una farfalla che muore di luce a sera; È un azzurra provincia del mare; un volo nel silenzio dei prati; è un bambino sbandato di eternità; sono occhi scavati per tanto vedere nel buio; nulla che non sia dolce e buono; e le parole sono vento leggero che ama le onde da lontano e della pena dice il vento; di là la sparsa città d'un canto. Sventola forte la "Bandiera Genovese", d'un nuovo mattino. Canzoni per non morire mai. E se passate di là, in quel "luogo aperto che non è follia", là troverete questi fratelli che sanno guardare il mare e gliene sarete grati come gliene sono io.

[Marino Severini - GANG]


Se vi dico che questo combo genovese nasceva dieci anni fa con il nome di Little Bridge Street Band intenderete subito quale fosse l'ispirazione primigenia.

Riguardo a quelle attuali sono esplicite una dedica a Ivano Fossati, una cover calligrafica ma sentita di "Rimini" di Fabrizio De André e alcuni ospiti: tre Yo Yo Mundi e sopratutto i fratelli Severini.

Ecco: pensate alla Rosa Tatuata come a una versione appena più cantautorale degli ultimi Gang ( che comunque alla migliore tradizione dell'italica canzone d'autore debbono parecchio ) e andrete vicini al pathos e alle atmosfere di "Bandiera Genovese".

Disco mediamente pregevole con un solo scivolone  ( l'innodia rancidella di "Nato negli anni ' 70" ) e in compenso alcune canzoni che ascoltate dal discografico giusto ( ne esistono? ) potrebbero proiettare il gruppo in ben altre dimensioni rispetto a quelle esplorate in queste pagine.

Il consiglio è di partire dal fondo, ma dal fondo davvero, dalla traccia fantasma che segue lo squisito apocrifo fossatiano "Niente di più di quello che ci capisci" : "Le cose che cambiano", già presentata sette tracce prima in una versione al pari trascinante, riceve dal cameo di Marino Severini ulteriore propulsione verso empirei da "Storie d'Italia".

Bellissima, come d'altronde una "Quello che ci capisci" che potrebbe essere di un Bubola in forma smagliante, "Due gocce" molto Faber, una "Dulcinea" teneramente folky.

Peggio per voi se ve le perderete.

E.C. 

[da "Il Mucchio Selvaggio" n.472 febbraio 2002




Vuoi organizzare un concerto?

scrivi una mail all'indirizzo: staff@larosatatuata.com

chiama il numero: 347-4629674

guarda la scheda tecnica